GLI APPUNTAMENTI 2024 | AMORE, EQUILIBRISMO E IL MIRAGGIO



Mercoledì 9 ottobre / ore 18,15
Cavallerizza Aula Magna del Rettorato - Università di Torino
| Via Verdi 5, Torino


AMORE, EQUILIBRISMO E
IL MIRAGGIO DELLA CONCILIAZIONE


Monica D’Ascenzo e Stefania Prandi all’inaugurazione del Festival dialogano sul tema della maternità da diverse prospettive. Il viaggio nel dolore della lontananza lo fa Stefania Prandi,  autrice del reportage narrativo «Le madri lontane» (People). Come vivono in Italia le “madri lontane” costrette a lasciare i propri figli per assicurare loro un futuro migliore?   Secondo una ricerca della Ong Save the Children Romania, l’Italia è la prima destinazione per la migrazione femminile, il 21% delle donne la scelgono per il proprio progetto migratorio. Sono occupate nel settore agricolo o nell’assistenza a persone anziane spesso malate. Due psicologi ucraini hanno coniato il termine “sindrome Italia” per la condizione di estremo disagio dovuta all’aver delegato la maternità ad altri, che causa anche insonnia, disturbi d’ansia e stress. I minori rumeni, chiamati anche «senza madre», erano 150mila nel 2022. Le storie di separazione si intrecciano con condizioni vessatorie, fonti di dolore e di problemi di salute.  E spesso sono storie di sfruttamento.

Monica D’Ascenzo (Sole 24 ore, Alley Oop) racconterà le Mamme d’Italia (titolo del suo ultimo libro).
Diventare madri è una sfida, specialmente nel paese delle culle vuote. Attraverso un viaggio in sette tappe - scelta, corpo, mente, coppia, amicizia, lavoro e diritti – l’autrice propone un ritratto delle madri ancorato a dati di realtà: “Un libro per capire chi sono, come stanno e cosa vogliono. E dare loro il valore che meritano. Perché il rifiuto del mito della maternità non si trasformi nel suo opposto: il mito del rifiuto della maternità”. Così si delinea la complessa identità di una donna che sceglie di essere madre. Nella prefazione del libro si
legge “I figli hanno una madre, ma anche un padre, quindi la questione del perché ci sono poche nascite va posta allo stesso modo a donne e uomini …Le nuove generazioni non vogliono sentire il dovere di avere figli come un imperativo biologico o obbligo morale, ma come risposta al desiderio di vederli crescere in un contesto sicuro con prospettive di benessere e opportunità” . In questa prospettiva chi mette al mondo figli oggi, in questo contesto di disuguaglianza e mancanza, sta compiendo un atto di fiducia nel futuro.